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  • Web Design: dizionario per principianti

    Ecco una piccola guida per Non-Designer ai termini più diffusi ed usati nel Web Design, perché relazionarsi con un grafico per la prima volta potrebbe essere un po’ stressante, dal momento che inizierete a sentire termini come layout, mockup e responsivo…
    Niente paura… proprio per questo abbiamo pensato ad un piccolo dizionario con i termini essenziali e più usati che vi aiuteranno a comunicare al meglio con il vostro Web Designer!

    ALLINEAMENTO

    Iniziamo con un termine facile: lo avrete sicuramente già sentito ed usato in merito alla formattazione di un testo: allineato a sinistra, destra, giustificato o centrato.
    Bene, sappiate che allineamento può esse applicato a qualsiasi elemento che compone una pagina web!

    BRANDING E BRAND IDENTITY

    Molte persone credono che il termine Branding sia una sorta di sinonimo di logo. Invece indica una vasta gamma di opzioni, che vanno dal sito web ai biglietti da visita, dalla carta intestata a qualsiasi altro gadget usiate per pubblicizzare la vostra attività.
    Il Branding presenta il vostro business ai clienti e vi rende individuabili al primo colpo d’occhio. E’ importantissimo che il vostro Web Designer comprenda la vostra attività e lo spirito che volete comunicare, per creare una Brand Identity forte e presente in ogni aspetto della vostra comunicazione verso il mondo.

    COLOR SCHEME (SCHEMA COLORE)

    Un Color Scheme è una selezione di colori che vengono usati insieme. I colori di uno schema devono essere armonici ed attraenti quando vengono accostati.
    Anche se non esiste una regola predefinita su quanti colori è possibile usare, è abbastanza facile comprendere che più colori si vuole impiegare, più difficile sarà dare coesione e coerenza al design.
    Per questo normalmente si scelgono dai 3 ai 5 colori al massimo, che possono essere accostati ai neutri (bianco, nero e grigio). Una volta scelto un Color Scheme questo verrà impiegato e mantenuto in ogni aspetto della Brand Identity.

    COPY O COPYWRITING

    Questi termini indicato tutti i testi che verranno inseriti nel vostro sito ed include non solo i testi principali, ma anche i titoli, le voci di menù, le didascalie, ecc.
    Se vi interessa capire quanto è importante un buon Copywring all’interno del Web Design, vi consigliamo di leggere l’articolo che tratta proprio questo argomento!

    HEADER, BODY E FOOTER

    Header letteralmente significa “intestazione” ed è la sezione iniziale di una pagina web, la prima ad essere visualizzata dall’utente. Di solito contiene gli elementi distintivi del sito stesso, come il logo, il motto aziendale, elementi grafici, ma anche il menu di navigazione.
    Body ovvero “corpo”, è la sezione centrale, o corpo appunto, delle pagine web. Questa sezione racchiude tutti i contenuti, come il testo, le immagini e i collegamenti che costituiscono la parte visualizzata dal browser.
    Footer è termine inglese usato per “piè di pagina”, è la sezione della pagina web posizionata sotto il corpo (body), ovvero la sezione che chiude la pagina web. In genere nel footer vengono riassunti i dati e le informazioni più importanti, come ad esempio gli indirizzi, i recapiti, numero di partita iva, copyright, ternimi e condizioni d’uso, normative su privacy e cookie, ecc.
    Generalmente l’Header e il Footer sono uguali ed in comune a tutte le pagine che compongono il sito.

    CAROUSEL E SLIDER

    Uno Slider è una sezione orizzontale che contiene immagini scorrevoli. É un modulo dal forte impatto visivo ed estetico, ed è ottimo per presentare il sito stesso, oltre ad essere un efficace metodo di Web Design per catturare l’attenzione del visitatore attraverso la visualizzazione di immagini impattanti che scorrono automaticamente.
    Il Carousel invece è una sezione orizzontale che contiene a sua volta diversi box che scorrono a rotazione in maniera ciclica. Si differenzia dallo Slider proprio per la possibilità di mostrare simultaneamente più elementi. Viene impiegato, ad esempio, per visualizzare varie thumbnail (miniature) di immagini, loghi di clienti e testimonial o anteprime di articoli e news.

    LAYOUT

    Il Layout di un sito web è la composizione di tutti gli elementi grafici visualizzati all’interno di una pagina. Questo include la posizione del logo, del menù di navigazione, il testo e le immagini.
    Il Layout è paragonabile alle fondamenta di un sito ed in generale del web design, su cui vengono costruite tutte le pagine e serve a dare coerenza grafica e a guidare l’utente nella navigazione.

    LOREM IPSUM e SEGNAPOSTO

    Non spaventatevi se il vostro grafico vi mostra un lavoro con alcuni testi in latino, è solo un Lorem Ipsum! Si tratta di testi falsi e di riempimento che i designer utilizzano per mostrare i diversi font oppure per riempire una sezione di testo nel caso un cui il Copy non sia ancora pronto.
    I Segnaposto invece sono immagini non definitive che vengono inserite per stabilire le dimensioni e impostare la struttura delle pagine.

    MOCKUP

    Si tratta di una rappresentazione non funzionante delle pagine di un sito web. I Mockup vengono normalmente disegnati in Photoshop e servono a mostrare quale sarà la grafica di un sito prima di iniziarne lo sviluppo.
    Un mockup statico consente di modificare in modo abbastanza semplice e veloce il font, i colori e la struttura, in modo da risparmiare tempo, energie e… denaro!

    RESPONSIVE DESIGN O DESIGN RESPONSIVO

    Il Responsive Design è nato dopo l’avvento e la diffusione di smartphone e tablet, per risolvere i problemi di visualizzazione dei siti web su questi dipositivi.
    Tradizionalmente un sito web viene studiato e creato per la navigazione da computer desktop, ed il Design Responsivo consente di ottimizzare la visualizzazione delle pagine sui diversi dispositivi, con monitor delle più disparate misure e risoluzioni, senza dover creare dei veri e propri siti appositi.
    Leggi questo post e scopri se il tuo sito web è responsivo o se è arrivato il momento di rinnovarlo!

    CONTACT FORM

    Significa letteralmente “modulo di contatto”, non è altro che il modulo presente in moltissimi siti per inviare un messaggio al proprietario o l’amministratore del sito web compilando direttamente dal browser alcuni campi prestabiliti.

    GALLERY

    Ovvero la “galleria”, è una sezione di un sito web o una pagina appositamente dedicata ad accogliere una galleria fotografica, oppure (più raramente) dei video.
    Se ti interessa capire come inserire i video in modo ottimale nel tuo sito WordPress, qui trovi tutte le informazioni che ti servono.

    SITE MAP E MENU

    La Site Map, cioè la Mappa del Sito è l’elenco gerarchico delle pagine web che compongono il vostro sito. Generalmente è la base su cui viene costruito il menu di navigazione che consente agli utenti di trovare in modo intuitivo i contenuti.
    Il Menu si trova normalmente all’interno dell’Header e rappresenta la lista delle pagine o delle sezioni di cui è composto un sito web; posizionando e/o cliccando con il cursore del mouse su una voce di Menu è possibile accedere al contenuto della pagina selezionata oppure a un sottomenu che mostra nuove opzioni di scelta.

    BANNER

    É una piccola area, in genere rettangolare o quadrata, che contiene solitamente un’immagine con link pubblicitario. L’utilizzo dei banner è una delle forme pubblicitarie più diffuse su internet.

    AVATAR

    Si tratta di quella che i social network hanno rinominato “immagine di profilo”. L’Avatar è la foto che viene scelta solitamente dai blogger come immagine rappresentativa e identificativa dell’autore di un articolo. Usata soprattutto nei magazine on-line o nei siti che raccolgono contenuti di diversi autori.

     

    Ecco qui, speriamo che questo piccolo vademecum sulla terminologia del Web Design per principianti vi possa aiutare a comunicare al meglio con i professionisti del settore.
    E nel caso ve lo siate perso, vi invitiamo a leggete anche il precedente articolo “WordPress dizionario per principianti.”

  • Rebranding: cos’è, a cosa serve e come farlo nel modo giusto!

    Per qualcuno il Rebranding è una sfida eccitante, per altri una seccatura. Di certo si tratta di un passaggio molto importante nella vita di un marchio o di un’azienda, e per quanto possa essere complesso non è certo impossibile! Vediamo insieme quando serve e come farlo al meglio.

    Il termine Rebranding indica un processo in base al quale un prodotto, ma anche un servizio, sviluppato e distribuito con un nome, un marchio o semplicemente il nome della ditta produttrice, viene reimmesso nel mercato sotto un altro nome o con una diversa “immagine”.
    Scopriamo i motivi per cui potreste avere bisogno di un rebrand, cosa prendere in considerazione prima di iniziare, come procedere e come promuovere il nuovo marchio per farlo accettare dal mercato.

    1. Perchè prendere in considerazione il Rebranding

    Esistono diverse motivazioni che possono spingervi a considerare di fare Rebranding, vediamo le situazioni più comuni che si possono verificare:

    Riposizionare il Marchio nel mercato esistente: magari all’inizio si pensa che il proprio prodotto possa avere successo in un certo mercato, ma ad un certo punto ci si rende conto che invece ha un potenziale più alto in un’area diversa o per una nicchia specifica. Ecco allora che per ottenere il massimo dalla nuova opportunità, potrebbe essere necessario un rebrand per inserirsi al meglio e sfruttare tutte le potenzialità del mercato.

    Spostarsi in un nuovo mercato: se invece dovete spostarvi in un mercato completamente nuovo, un’oprazione di Rebranding potrebbe essere la mossa giusta per presentarsi al meglio e accostarsi il più possibile ai gusti del nuovo pubblico. Non occorre necessariamente abbandonare il vecchio Brand e il vecchio mercato. Un rebrand potrebbe servire per adattarsi, ad esempio, a differenze culturari che possiamo incontrare in un nuovo paese, o semplicemente per differenziare il prodotto in mercati differenti.

    Problemi legali o di immagine: può succedere di ritrovarsi ad avere problemi legali o anche solo di immagine che ci obbligano a prendere in considerazione il Rebranding per “ripulire” il nostro marchio. Basta anche solo aver involontariamente utilizzato un nome che era  soggetto a copyright o sfruttato immagini protette dal diritto d’autore.

    2. Come prepararsi al Rebranding

    Ora vediamo quali sono i passi da compiere prima di effettuare qualsiasi cambiamento, perchè il peggior approccio per il Rebranding è pensare di procedere a caso e fare un salto nel buio…

    SCOPRI IL PERCHÉ E SE É ASSOLUTAMENTE NECESSARIO
    Che tu stia valutando il Rebranding per una delle ragioni sopra elencate o per un altro motivo, la prima cosa da fare è valutare se:
    – lo stai facendo per le giuste ragioni
    – è la strategia migliore per affrontare il problema

    Assicurati di sapere perfettamente perchè stai affrontando questo cambiamento e come risolvere il vero problema che ti spinge a farlo. Solo allora puoi passare a pianificare la strategia più corretta e performante.

    TROVA IL NUOVO MARCHIO
    Sviluppare un nuovo marchio è un processo lungo e complesso da affrontare, ma volendo semplificare, in questo post, ecco le domande basilari a cui devi assolutamente rispondere:
    – Quali valori voglio comunicare con il nuovo brand?
    – Quale pubblico devo raggiungere?
    – Cosa rende il mio prodotto/servizio unico?
    – In che modo il mio nuovo marchio comunica con il pubblico di riferimento?

    Una volta che hai messo a fuoco quella che sarà la tua nuova Brand Identity, è il momento di iniziare con il Rebranding vero e proprio; ma prima occorre un ultimo passaggio preparatorio…

    CREA UN INVENTARIO DI TUTTE LE ATTIVITÁ DEL TUO MARCHIO
    Non è un gioco di parole, ma prima di iniziare a cambiare le cose, devi effettivamente tenere traccia di tutto quello che deve essere cambiato. A tal fine, potrebbe essere d’aiuto creare un inventario di tutti gli asset attuali del marchio che andranno aggiornati. L’elenco ti aiuterà immensamente nella prossima sezione di questo post.
    In questo inventario devi includere sia le risorse digitali interne (come logo, eBook e immagini di blog in primo piano), sia quelle esterne (come account social e qualsiasi risorsa fisica a tua disposizione – banner pubblicitari, brochure, ecc.).

    3. Aggiornare le risorse

    Nessuno, nemmeno noi, ti dirà che l’operazione di Rebranding è facile. Eseguirlo con successo richiede l’aggiornamento di un gran numero di risorse. In questo paragrafo tratteremo  con ordine le varie risorse (digitali, SEO e fisiche) che dovrai aggiornare per eseguire il tuo rebrand con il minimo sforzo. Andiamo con ordine…

    AGGIORNA TUTTI GLI ASSET DIGITALI
    Il termine “risorse digitari” comprende cose come il sito web, il nome a dominio, gli account social e quelli delle newsletter. Proviamo a fare una lista:
    Nome a dominio: è fondamentale! Se l’operazione di Rebrand che stai facendo comporta il cambio nel nome del marchio, occorre registrare un nuovo dominio.
    Website Design: questo passaggio è obbligatorio per differenziare il nuovo marchio dal vecchio. Ricorda anche di lavorare anche su testi e contenuti!
    Social Media Account: occorre aggiornare i nomi delle pagine social su tutti gli account attivi e valutare se chiuderne alcuni o aprirne altri su piattaforme diverse in base al nuovo mercato di riferimento.
    Grafiche dei Social Media: così come il sito web, occorre allieare le grafiche dei social (logo, immagini, ecc.) alla nuova Brand Identity.
    Email marketing: se utilizzi questo canale, occorre adeguare tutte le grafiche e tutti gli account, in modo da non incorrere in penalizzazioni sulla base delle norme antispam praticate dai principali gestori.
    Materiali promozionali: se esistono già e vuoi continuare ad usarli, dovrai aggiornare anche queste risrose. A titolo esemplificativo rientrano in questa categoria evnetuali file PDF scaricaribili dal sito o inviati via mail ai clienti, e-book, pop-up e landing pages promozionali.
    Indirizzi email: è necessario impostare indirizzi e-mail per il nuovo marchio e reindirizzare la vecchia posta al nuovo indirizzo corretto. Ad esempio, reindirizzare la posta da “yourname@oldbrand.com” verso  “yourname@newbrand.com”.

    NON SPRECARE LA SEO
    È probabile che avrai speso parecchie energie per ottimizzare il sito del vecchio marchio per i motori di ricerca, e sarebbe un grave errore lasciare che tutto questo impegno vada sprecato. Ecco perchè è importare prestare attenzione alla SEO durante un Rebrand. In particolare è bene concentrarsi sui seguenti punti:
    Imposta i Redirect 301: è fondamentale reindirizzare le pagine dal vecchio al nuovo sito per evitare errori 301, che non solo ti porterebbeo a perdere clienti, ma inibirebbero il lavoro dei bot portando a una penalizzazione della SEO sui motori di ricerca.
    Backlink: ovvero tutte quelle pagine in rete che contengono un link al tuo vecchio marchio. Qui purtroppo non è sufficiente un semplice Redirect 301, perchè si andrebbe a creare confusione nel pubblico rischiando di perdere potenziali clienti. Quindi, come capirai anche da solo, qui ci vorrà un po’ di pazienza e tanta buona volontà, per individuare e chiedere ai relativi “proprietari dei link” di modificarli per puntare al sito del nuovo marchio. Presumibilmente non riuscirai a trovare il 100% di questi link, ma l’obiettivo è quello di raggiungerne il più possibile!
    Elenco delle Directory: analogamente al lavoro sui Backling, occorre individuare e aggiornare tutte le directory che linkano al tuo marchio/sito (per esempio tutti quei portali che consentono di trovare online le aziende che svolgono una determinata attività, ecc.).
    – Google Search Console: si dovrà creare un nuovo accont per la Google Search Console da collegare al nuovo sito.
    – Google Analytics: stessa cosa andrà fatta per l’account di Google Analytcs, ossia creare un nuovo account per monitorare le performance del nuovo sito.
    Collegamenti interni e riferimenti: questo è un po’ un punto dolente, soprattutto se hai un blog con un archivio di articoli bello corposo. Però è importantissimo aggiornare tutti i link interni tra un articolo e l’altro e ovviamente tutti i riferimenti al vecchio marchio, per evitare di creare confusione nei lettori!

    AGGIORNA LE RISORSE “FISICHE” E LEGALI
    Questo paragrafo potrebbe non essere applicabile a tutte le attività. Se il business si muove prevalentemente online potresti avere ben poco da aggiornare, ma se svolgi anche solo una attività di marketing off-line, ecco una piccola check-list di risorse da controllare:
    Biglietti da visita: se cambi marchio, occorre aggiornare i bigliatti da visita di tutto il team.
    Altri articoli: se impieghi qualsiasi altro supporto brandizzato (carta intestata, cartelline, auto aziendali, ecc.) devi preoccuparti di sostituire il vecchio marchio con il nuovo.
    Uffici governativi e informazioni fiscali: se il Rebranding coinvolge anche il nome della tua azienda, occorre procedere ad aggiornare anche tutte le relative registrazioni agli uffici competenti (Camera di Commercio, Agenzia delle Entrate, ecc.) e conseguentemente i dati fiscali. Di solito è opportuno rapportarsi con un profesisonista, come un commercialista o una associazione del settore.
    Normative legali: a seconda del tipo di società e struttura, potrebbe rendersi necessaria anche una revisione dei documenti legali dell’azienda e delle certificazioni.

    4. Promozione: crea consapevolezza del tuo nuovo marchio

    Una volta aggiornate tutte le risorse digitali e non, collegate al tuo nuovo marchio, è arrivato il momento di fare il passo successivo: promuovere il nuovo marchio e farlo accettare al mercato.
    Sarà un po’ traumatico scoprirlo, ma tutto il lavoro fatto per far conoscere il vecchio marchio potrebbe andare “a farsi benedire”… se non si procede correttamente con la promozione del nuovo marchio.
    Questo potrebbe comportare un investimento economico anche importante, ma qualche attività gratuita si può comunque mettere in atto, a patto di inverstirci tempo ed energie.

    DISTRIBUISCI UN COMUNICATO STAMPA
    Il primo step è quello di redarre e distribuire un comunicato stampa. L’obiettivo deve essere quello di raggiungere il più ampio bacino di lettori/clienti, sia direttamente tramite i tuoi canali, sia sfruttamdo la SERP, nelle ricerche che possono fare gli utenti sul vecchio e sul nuovo marchio.

    SFRUTTA I SOCIAL NETWORK
    Una volta che il Rebranding è partito, un metodo efficace per comunicarlo al mondo è sfruttare i social media. La maggior parte dei social consentono di mettere dei post in evidenza, sempre fissati in alto in bacheca. Approfitta di questa possibilità per comunicare ai follower il nuovo marchio.

    INVIA UN ANNUNCIO ALLA TUA MAILINGLIST
    Approfitta della tua mailing list per annunciare l’operazione a tutti i tuoi abbonati: comunica il cambiamento e ogni altra informazione pertinente. Si potrebbe anche pensare di inviare alcune e-mail di pre-lancio, in modo che “gli affezionati” non siano colti di sorpresa dal cambiamento.

    SCRIVI UN POST SUL TUO BLOG
    Questo è un metodo semplice, ma fondamentale e necessario. Scrivi un post annunciando il cambiamento e introducendo il tuo nuovo marchio. Sarai in grado di raggiungere direttamente i follower del tuo blog. Ma questo post sul blog avrà anche un effetto secondario, quello di inserire l’annuncio di rebranding nelle SERP: i lettori/clienti confusi potranno trovare questo post tramite Google per capire cosa è successo.

    INSERISCI UN AVVISO NELL’HOME PAGE
    Aggiungere una notifica nell’Home Page è un ottimo modo per avvisare gli utenti reindirizzati, quellli che potrebbero essere confusi perché si trovano su un sito web diverso da quello a cui sono abituati. Due semplici modi per raggiungere questo obiettivo sono i pop-up lightbox o le barre di notifica, entrambi facili da implementare con WordPress.

    PUBBLICA ANNNUNCI DI REMARKETING PER IL PUBBLICO DEL TUO VECCHIO SITO
    Questo strumento non è gratuito, ma se sei disposto a spendere qualche soldino, puoi pubblicare annunci di remarketing per le persone che hanno precedentemente visitato il tuo sito web. Puoi pubblicare questi annunci su Facebook e Google, per informare le persone del cambiamento e fargli conoscere il tuo nuovo marchio.

    5. Non conta solo quello che conosci, ma chi conosci

    Ok, abbiamo ripetuto allo sfinimento che i contenuti sono importanti e devono essere di qualità… vero, anzi verissimo!
    Però le possibilità di soddisfare al meglio i nostri clienti aumentano se impariamo a collaborare, magari con fornitori di servizi complementari al nostro, per offrire un prodotto migliore e più completo.
    È quindi molto importante interagire non solo con i nostri utenti, ma anche con altri business, dando supporto, condividendo i loro contenuti interessanti anche per il nostro pubblico, creando collaborazioni e soprattutto intrattenendo buoni rapporti.
    Questo non solo potrebbe far aumentare la nostra credibilità e reputazione su web, ma anche procurarci clienti in modo indiretto.

    In conclusione, se volete guadagnare con la vostra attività online, un blog è sicuramente il modo giusto per riuscirci ed ora che vi abbiamo svelato questi 5 piccoli segreti, potete essere sicuramente dei blogger più consapevoli e produttivi per creare il business dei vostri sogni!

  • Vacanza: come preparare il tuo sito WordPress

    Avere un blog/sito WordPress, o comunque un business on-line ci permette di poter lavorare ovunque. Non occorre chiudersi in un ufficio: si può essere operativi in qualunque luogo, a qualsiasi ora… ma si arriva sempre ad un punto in cui si sente la necessità di un vero e proprio break, insomma ci vuole una vacanza!

    C’è chi chiude baracca e burattini per una o due settimane e spera per il meglio, ma in questo articolo vi sveleremo quei piccoli accorgimenti per pianificare una vacanza anche dalla vostra attività on-line, i trucchetti che possono aiutarci a partire senza ansie, per goderci in relax il meritato riposo!

    1. Fate un backup

    Effettuare backup regolarmente è sempre un’ottima idea e dovrebbe essere una buona abitudine, perché ci permette di poter tornare subito operativi nel caso qualcosa vada storto.
    Ma, fare un backup prima di partire per una vacanza, può metterci al riparo da eventuali problemi di sicurezza dovuti ad aggiornamenti automatici di temi e plugin, oltre a permetterci di appoggiarci a qualcuno non proprio esperto per le attività di normale gestione, sapendo di poter ripristinare il nostro lavoro in qualsiasi momento.
    Insomma, con un backup pronto, se capita qualche pasticcio diciamo che passa la paura!

    2. Programmate i post con WordPress

    Se avete un calendario editoriale prefissato, con post da pubblicare in determinati giorni e orari, l’ideale sarebbe mantenerlo anche durante le vacanze in modo da soddisfare le aspettative del vostro pubblico e aiutare il page ranking dei motori di ricerca.
    Quindi preparate in anticipo gli articoli necessari a coprire il periodo di assenza e impostate la pubblicazione di ognuno alla data e orario prestabili: sarà lo stesso WordPress a pubblicare gli articoli al vostro posto!

    schedule-post

    Alla voce Pubblica Subito nella sidebar destra dell’articolo dovrete cliccare su Modifica.

     

     

    enter-date

    A questo punto inserirete la data e l’orario che preferite e cliccate su ok.

     

    3. Automatizzate la condivisione social

    Programmare la pubblicazione dei post non è l’unica attività che si può fare in automatico.
    Esistono tools che consentono di impostare preventivamente la condivisione sui diversi social, come Jetpack Publicize e Hootsuite per citare i più conosciuti.
    Sono piattaforme abbastanza semplici da usare e con pannelli di controllo molto intuitivi, che vi permettono non solo di automatizzare le condivisioni mentre siete in vacanza, ma se vi abituate ad usarli tutti i giorni possono ridurre notevolmente il carico di lavoro quotidiano!

    4. Bloccate i commenti di spam

    Ormai tutti conosciamo le mail di spam che arrivano quotidianamente nella nostra casella di posta, e allo stesso modo esistono i Commenti di Spam, che inseriscono pubblicità indesiderate nei commenti ai post nei siti web.
    Quando siamo in vacanza il nostro sito potrebbe essere più suscettibile a questo tipo di attacchi, perché gli spammer sono in gradi di capire che siamo meno vigili.
    Ecco allora il consiglio per evitare problemi con questo tipo di spam: installate un plugin in grado di intercettarli e bloccarli.
    Esistono tools che possono venirci in aiuto in queste situazioni: il più conosciuto è sicuramente Akismet, creato dal team di Automattic (ovvero i signori che hanno creato WordPress!)
    Ovviamente ci sono anche altre valide alternative: lo stesso Jetpack, ad esempio, se correttamente configurato ci può aiutare a svolgere questo “sporco lavoro”.

    5. Create una guida per chi vi sostituisce

    Se siete così fortunati da avere qualcuno che può sostituirvi mentre siete in vacanza, una guida pratica passo per passo alle funzionalità principali del vostro sito/blog potrà sicuramente aiutare questa persona ad essere autonoma nello svolgere le attività, ed eventualmente anche nella risoluzione di piccoli problemi.
    Senza dimenticare che comunque esiste la community di WordPress.org Italia, che è sempre disponibile sul Forum, ora anche in italiano!

    In conclusione, con qualche piccolo accorgimento è possibile prendere una vacanza senza dover essere perennemente connessi o in ansia per il nostro sito WordPress!
    Certo, avere un clone di noi stessi sarebbe l’ideale, ma capire come automatizzare certe attività, programmarle e imparare a delegare, può essere uno spunto per migliorare la qualità della nostra vita anche negli altri periodi dell’anno!

  • Acme DIVI Modules e LeGraphist

    DIVI Showcase Contest

    Un grazie di cuore a @LeGraphist, che non solo ha tradotto il plugin firmato ACME in francese, ma ci ha dedicato un articolo sul suo blog!
    E se ancora non avete provato l’Acme Divi Modules… ecco dove potete trovare tutte le info necessarie nel nostro Approfondimento, oppure nel Repository di WordPress.org.

    Inoltre, in pieno spirito WordPress e Open Source, non esitate a contattarci per qualsiasi necessità o chiarimento in merito ai nostri plugins!

     

  • SEO in pillole #4: usa gli strumenti di analisi

    SEO in pillole #4: usa gli strumenti di analisi

    Scrivere contenuti interessanti e ottimizzati SEO non è sufficiente a scalare il Page Rank. Dopo la pubblicazione dobbiamo monitorare l’andamento del nostro sito per scoprire dove e come intervenire per migliorare le nostre performace. Scopriamo quindi come usare gli strumenti di analisi!

    Lo si ripete spesso e lo dicono anche i “guru” della SEO, non esiste una formulina magica che basta applicare per riuscire ad apparire sempre più in alto nella Serp. Per questo esistono dei tool che possono aiutarci a comprendere quali sono i nostri punti deboli, fornendoci la possibilità di migliorare. 

    Il primo tra tutti è la Google Search Console di Google, di cui abbiamo già parlato nel precedente articolo di questa Rubrica. Come funziona e come ci può aiutare a migliorare la nostra SEO?
    Accedendo alla Search Console per il nostro sito, troveremo una serie di funzioni elencate in una sidebar alla sinistra dello schermo. Il menù che andremo a selezionare è “Traffico di Ricerca”, che contiene una serie di voci di sottomenù che ci danno informazioni preziosissime. Ad esempio la “Analisi delle ricerche” ci dice quali parole/frasi hanno portato alla visualizzazione del nostro sito nelle ricerche degli utenti; i “Link che rimandano al tuo sito” ci dicono quali siti rimandano al nostro e che stanno creando la nostra reputazione; la “Usabilità da dispositivi mobili” è un rapido check della performance del nostro sito su tablet e cellulari, che sappiamo essere sempre più fondamentale.

    Un altro strumento fondamentale per l’analisi del nostro sito è Google Analytics. Dal pannello di controllo possiamo conoscere il traffico generato, dove sono situati gli utenti che ci fanno visita e quindi se il nostro pubblico è strettamente nazionale o internazionale, le pagine che vengono visitate, il Bounce Rate e come siamo stati trovati.
    É facile capire per esempio che se da una analisi ci accorgiamo che chi arriva sul nostro sito è soprattutto un utente straniero e abbiamo un Bounce Rate elevato, probabilmente abbiamo delle keyword fortissime, ma dobbiamo pensare a tradurre i nostri contenuti e avere un sito multilingua per intrattenere il nostro pubblico.

    L’ultimo tool di cui vogliamo parlare è Google AdWords. Non è strettamente legato alla SEO, ma come abbiamo spiegato SEO e SEM dovrebbero andare a braccetto, pertanto le campagne pay-per-click fanno parte del lavoro per riuscire a scalare il Page Rank e raggiungere il maggior numero possibile di utenti/clienti.

    Riepiloghiamo quindi gli strumenti di analisi da usare e che ci aiutano a migliorare il nostro sito:

    [learn_more caption=”Imposta e usa la Search Console”] Per scoprire, tra le altre cose, con quali parole chiave viene trovato il tuo sito, in che posizione viene visualizzato nelle ricerche e il rapporto Visualizzazioni/Click (CTR Click Through Ratio), nonché quali altri siti ti stanno linkando, creando così la tua reputazione[/learn_more]

    [learn_more caption=”Imposta e usa Google Analytics”]Per scoprire, tra le altre cose, quanti visitatori ha il tuo sito, le keyword che usano per trovarlo e quali pagine visitano[/learn_more]

    [learn_more caption=”Usa campagne Pay-per-Click a supporto della SEO”] Gli annunci sponsorizzati di AdWords ti aiuteranno a dare visibilità al tuo sito e ai tuoi servizi e vedrai incrementare il traffico[/learn_more]

    [learn_more caption=”Diversifica le tue risorse di traffico”] Google è sicuramente una grandissima risorsa, ma affidarci completamente a loro potrebbe essere rischioso. Quindi non dimentiamo di procurarci visibilità anche in altri modi (social sharing, newsletter, ecc.)[/learn_more]

    Ecco gli strumenti di analisi principali che abbiamo a disposizione, e quasi sempre in modo gratuito, per monitorare e analizzare non solo il nostro sito, ma soprattutto il comportamento degli utenti che lo visitano.
    Vedrete che usare e imparare ad interpretare quello che questi strumenti di analisi ci dicono, potrà aiutarvi a migliorare sia i contenuti ma anche il posizionamento nel Page Rank.

  • I 5 segreti del blogger consapevole

    Probabilmente avete letto da qualche parte quanto sia semplice e veloce mettere in piedi un blog e avrete visto tante attività, anche piccole, che usano questo strumento per promuovere il proprio business. Se pensate che essere un blogger sia facile e credete che basti mettere on-line contenuti interessanti per vedere i guadagni salire, con questo articolo vi sveliamo come mai non è esattamente così…

    Quello che non si vede e non vi dicono sono quei piccoli accorgimenti che possono fare di voi dei blogger consapevoli fin dalla nascita del vostro progetto.
    Per questo motivo abbiamo deciso di svelarvi in 5 punti cosa dovrete fare e cosa accade prima che il vostro blog arrivi a diventare redditizio!

    1. I Contenuti di qualità sono fondamentali, condividerli sui social vi porterà al successo

    Creare articoli interessanti e ben scritti è sicuramente il punto di partenza per attirare in modo “naturale” il vostro pubblico e creare un seguito al vostro blog, ma se non raccontate a nessuno del vostro fantastico lavoro sarà molto più difficile trovare clienti e vedere crescere il vostro business.
    Per questo è davvero molto importante condividere i contenuti sui social media, iniziare ad interagire con gruppi e community esistenti e dare la possibilità ai vostri lettori di poter condividere gli articoli che trovano interessanti in modo semplice e diretto.

    Quindi: non dimenticate di inserire i pulsanti di condivisione social su tutti i vostri post, createvi un calendario per le condivisioni sui social di contenuti vecchi e nuovi e cercate community, forum e gruppi dove interagire con gli utenti, fornire aiuto e consigli, creandovi in questo modo una reputazione ed un seguito come blogger.

    2. I costi di un blog non sono inesistenti come pensate

    Esistono sicuramente molti servizi gratuiti o low cost per creare e gestire un blog. Se la vostra idea è quella di fare i blogger a livello personale e come hobby, vanno sicuramente benissimo.
    La musica cambia però se volete fare del blog uno strumento di business e usarlo per far crescere i vostri guadagni.
    Il perché è anche abbastanza semplice da intuire: i servizi a pagamento, che siano la realizzazione grafica o l’Hosting, hanno un impatto e una resa sicuramente più professionale di quelli free, soprattutto dal punto di vista della User Experience.

    Se ho un servizio di hosting che limita il mio traffico o comunque che non è sufficientemente veloce, il lettore potenzialmente interessato ai miei contenuti potrebbe spazientirsi e chiudere la pagina prima ancora di riuscire a caricarla effettivamente.

    3. Iniziare una “mailing list” subito!

    Questo suggerimento lo avrete sicuramente già sentito altrove e ripetuto spesso, ed effettivamente è una cosa fondamentale. Anche qui il motivo è evidente: chi è interessato ai tuoi contenuti, tanto da iscriversi alla tua Newsletter, è innanzitutto un tuo sostenitore, ma (cosa più importante) molto probabilmente è anche il tuo potenziale acquirente ideale!
    Pertanto creare una mailing list è il sistema più diretto per raccogliere e far crescere i tuoi clienti!

    4. Stai andando incontro a molte delusioni, ricordalo sempre

    Tutti conoscono le storie di Michael Jordan che ha sbagliato ben 26 tiri decisivi in altrettante partite, oppure JK Rowling (l’autrice di Herry Potter) che è stata rifiutata da 12 case editrici prima trovare un contratto.
    Anche nel mondo dei blogger funziona così: è fisiologico, serve tentare e perseverare nonostante i fallimenti per poter arrivare ad avere successo – e quindi dei guadagni.
    Quindi forza! Armatevi di perseveranza e non arrendetevi al primo, al secondo, al terzo e nemmeno al quindicesimo insuccesso come blogger. Imparate da ogni tentativo e cercate di capire cosa avete sbagliato per non ripetere lo stesso errore in futuro.
    Non esistono formule magiche e sicure per far funzionare un progetto… blog compreso.

    5. Non conta solo quello che conosci, ma chi conosci

    Ok, abbiamo ripetuto allo sfinimento che i contenuti sono importanti e devono essere di qualità… vero, anzi verissimo!
    Però le possibilità di soddisfare al meglio i nostri clienti aumentano se impariamo a collaborare, magari con fornitori di servizi complementari al nostro, per offrire un prodotto migliore e più completo.
    È quindi molto importante interagire non solo con i nostri utenti, ma anche con altri business, dando supporto, condividendo i loro contenuti interessanti anche per il nostro pubblico, creando collaborazioni e soprattutto intrattenendo buoni rapporti.
    Questo non solo potrebbe far aumentare la nostra credibilità e reputazione su web, ma anche procurarci clienti in modo indiretto.

    In conclusione, se volete guadagnare con la vostra attività online, un blog è sicuramente il modo giusto per riuscirci ed ora che vi abbiamo svelato questi 5 piccoli segreti, potete essere sicuramente dei blogger più consapevoli e produttivi per creare il business dei vostri sogni!

  • Tipografia #3: pesi e stili dei FONT

    Tipografia #3: pesi e stili dei FONT

    Eccoci con un nuovo articolo della rubrica sulla Tipografia. È arrivato il momento di addentrarci nei tecnicismi di questo argomento: scopriamo quindi cosa sono pesi e stili dei vostri font preferiti, e qualche altra curiosità!

    Proseguiamo questa rubrica con un approfondimento su alcune caratteristiche che possono influenzare i font: pesi e stili, se scelti nel modo giusto possono aiutare a migliorare la leggibilità di un testo.

    Point Size o Dimensione

    Il Point Size è un valore numerico che descrive in modo relativo la dimensione dei caratteri. Per esempio, se un font è “Times New Roman 12”, il numero “12” indica il Point Size.
    In tutti gli editor di testo è possibile modificare le dimensioni dei caratteri di un font. Scegliere il Point Size corretto quando si sviluppano le pagine di un sito web, è importante per incrementarne la leggibilità.
    Esempi di Point size o Dimensione

    Weight o Peso

    Il Peso di un font si riferisce allo spessore di un testo. Un font molto sottile viene definito “leggero” (light o thin), mentre un font più cicciotto è chiamato “grassetto” (bold) oppure “ispessito/pesante” (heavy).
    L’impiego di font con diversi pesi all’interno di un testo, ad esempio per distinguere i titoli dal corpo, può aiutare a rendere il copywriting più semplice di leggere.
    Esempi di Weight o Peso

    Italic o Corsivo, Roman o Tondo e Bold o Grassetto

    Roman (o tondo) descrive un font nella sua apparenza “normale”, ovvero come è stato ideato all’origine. Normalmente è la forma idealmente più leggibile e quindi quella più impiegata per i testi principali.
    Italic (o corsivo) è un effetto inclinato che viene dato ai glifi per dare l’idea di una scrittura (appunto) corsiva. Di solito il corsivo viene utilizzato per evidenziare delle citazioni da altre fonti.
    Bold (o grassetto) identifica l’ispessimento di un font Roman. Così come il corsivo, il grassetto viene impiegato per evidenziare alcuni passaggi o parole di un testo.
    Esempi di Italic o Corsivo, Roman o Tondo, Bold o Grassetto

    Baseline o Linea di Base

    La Baseline è una linea immaginaria su cui posano le lettere del font.
    Esempio di Baseline o Linea di Base

    Capline

    Capline identifica la linea immaginaria che identifica il limite superiore delle lettere maiuscole (capital letter in inglese)
    Esempio di Capline
    Con il termine Midline si intende la linea immaginaria che determina l’altezza massima delle lettere minuscole (escludendo ascendenti e discendenti).
    Esempio di Midline o Linea Mediana
    Tutte le linee – Baseline, Capline e Midline – servono a determinare le proporzioni per le ascendenti e le discendenti dei glifi di un font.

    x-height o Altezza della x

    La x-height è (letteralmente) l’altezza della “x”. Questa misure serve per determinare se un font è alto o basso.
    Esempio di x-height o Altezza della x
    Eccoci giunti alla fine di questa “terza puntata” che speriamo vi abbia aiutato a capire pesi e stili che possono influenzare e modificare i font!

  • WordPress: come gestire i video

    WordPress: come gestire i video

    Che si tratti di Blog oppure di un sito aziendale, i video sono diventati un importante strumento di comunicazione.
    Questo grazie soprattutto alla diffusione di dispositivi a basso budget (ad es. fotocamere e smartphone) che ci permettono di girare video in modo semplice e veloce.

    Metodi per caricare video in WordPress

    Partiamo come sempre dall’inizio.
    Abbiamo due strade per caricare video nel nostro sito WordPress:

    • caricarlo direttamente nei nostri Media
    • incorporarlo (embed) da una piattaforma esterna come YouTube&Co.

    Entrambe le procedure sono semplici e normalmente verrebbe da pensare che inserire il video direttamente nei nostri media sia più immediato, soprattutto perché ci evita l’apertura dell’ennesimo account sull’ennesimo social.
    In realtà non è così.

    Perché preferire l’embed al caricamento diretto

    Sono diverse le motivazioni che ci portano a consigliare la condivisione da piattaforme esterne, invece di caricare video direttamente.
    Vediamole nel dettaglio:

    1. Limiti di spazio sul server: la maggior parte degli hosting mette a disposizione un “tot” di spazio per il nostro sito, oltre a limitare anche la dimensione massima dei singoli file che possiamo caricare tramite WordPress. Se abbiamo la necessità di inserire un video, potremmo avere quindi un doppio problema: sia lo spazio a nostra disposizione sul server, sia il caricamento effettivo del file video.
    2. Eccessivo consumo di banda: un video di buona qualità arriva a pesare decine o centinaia di megabyte e spesso i nostri siti sono ospitati da server condivisi, in cui banda e risorse sono distribuiti tra le diverse installazioni. Supponiamo che la pagina del nostro sito dove è caricato un video di un centinaio di megabyte venga visualizzato da una decina di persone contemporaneamente, va da sé che il consumo di banda supererà quanto normalmente previsto da un hosting economico.
    3. Necessità di avere diversi formati video: questo capita soprattutto perché non tutti i browser riconoscono lo stesso formato (MP4, OGV o WebM). Anche se l’MP4 è ormai quasi universalmente supportato da tutti, per gli altri formati potrebbe capitare che il video non venga visualizzato, da qui la necessità di caricare più versioni dello stesso video, con la possibilità di avere i problemi di cui ai punti precedenti.
    4. Non tutti possono o vogliono vedere i video in HD: oltre al formato non supportato dai diversi browser, ci sono utenti che se connessi da mobile oppure residenti in zone ancora con connessioni lente, che non potranno visualizzare in modo corretto dei video troppo pesanti.
    5. Video poco fluidi: sarà capitato a tutti di guardare un video e avere difficoltà di riproduzione con ripetute pause e attese di caricamento infinite. Questo capita perché il video è on-site e la banda a disposizione è insufficiente oppure la connessione non è abbastanza veloce.

    In conclusione

    Il nostro consiglio spassionato è quello di sfruttare le piattaforme dedicate per condividere video sul vostro sito WordPress.
    Questo perché innanzitutto permettono di bypassare i “problemi tecnici” come lo spazio su server e la banda.
    In secondo luogo pensano loro a rendere compatibile il tuo file per la corretta visualizzazione su tutti i browser, evitandoci quindi di caricare più versioni e testarne la funzionalità. Inoltre saranno loro a trasmetterlo nel formato ottimale anche in base al tipo di connessione, per renderlo visibile nel modo più fluido possibile.
    Una considerazione parecchio importante riguarda invece la visibilità:  se il nostro video sarà caricato ad esempio su YouTube, è scontato che potranno visualizzarlo anche tutti gli utenti del social, non solamente chi raggiungerà il nostro sito.
    Anzi proprio la visualizzazione su YouTube potrebbe portare i visitatori a connettersi al nostro sito per approfondire un argomento, oltre a facilitarne la condivisione e di conseguenza anche la diffusione.
    Quindi, più il nostro contenuto video sarà interessante, più verrà condiviso, più si diffonderà in rete portando visualizzazioni che possono trasformarsi in follower e visite sul nostro sito.

    Ti è piaciuto questo articolo su come caricare video in WordPress? Scopri anche gli altri approfondimenti del Blog Acme!

     

  • WordPress: dizionario per principianti

    Come per qualsiasi altro strumento o materia, se decidiamo di usare questo diffusissimo CMS dobbiamo utilizzare la terminologia corretta.
    Ecco quindi un piccolo dizionario WordPress per principianti (e anche non) che vogliono imparare a chiamare le cose con il loro nome!

    DASHBOARD o BACHECA

    In WordPress tutto inizia con la Dashboard (oppure Bacheca se settate la lingua in italiano).
    E’ la prima cosa che vi appare quando effettuale il log-in ed è un po’ come se d’ora in avanti fosse la vostra “casa”: al centro dello schermo vi mostra una panoramica del vostro sito web, mentre sulla sinistra appare un menù.
    La Dashboard è il punto di partenza per tutte le operazioni da amministratore che potete fare sul vostro sito: editare le pagine, aggiungere e modificare i post, installare i plug-in, gestire gli altri utenti, ecc.

    WP dashboard

    TOOLBAR

    Quando sei loggato, e solo quando sei loggato, puoi visualizzare la Toolbar in alto nello schermo, sopra la Dashboard.
    Da qui puoi passare dall’area amministrativa al sito live attraverso l’icona a forma di casa, oppure aggiungere direttamente nuovi post e pagine semplicemente tramite il “+”.
    La Toolbar, è visibile anche quando visualizzi il tuo sito, ma essendo uno strumento per gli amministratori non è mai visualizzata dai tuoi visitatori.

    WP toolbar

    POST o ARTICOLO

    Come abbiamo spiegato in questo articolo, WordPress nasce come piattaforma di blogging, ed il Post è lo strumento base.
    Il termine Post è principalmente riferito agli articoli di un Blog, ma può benissimo essere utilizzato per creare delle news o gli articoli di una testata giornalistica on-line.
    Normalmente i post vengono visualizzati in ordine cronologico decrescente.

    PAGINA

    Le Pagine vengono utilizzate per la costruzione vera e propria delle pagine statiche del nostro sito, come per esempio il classico “About us” e i “Contatti”.
    Normalmente, quando acquistiamo un Template per creare il nostro sito web, troviamo già delle pagine pre-configurate.

    CATEGORIE

    Le categorie servono ad organizzare per sezioni/gruppi i nostri articoli.
    Un esempio pratico: se ho un blog/sito che recensisce film, potrei organizzare i miei post suddividendoli in base al genere: Azione, Gialli, Polizieschi, Film d’Amore, ecc.
    Si possono assegnare le categorie per aiutare i visitatori a filtrare i nostri contenuti in base ai loro interessi. Inoltre, cosa che ci semplifica parecchio il lavoro, è possibile assegnare più categorie allo stesso articolo.

    TAG

    I Tag sono un altro modo di WordPress per poter filtrare i contenuti.
    Tornando all’esempio precedente: il visitatore che effettua una ricerca, potrebbe essere interessato a tutti i film di un certo regista. Per fare questo, posso assegnare il tag “Hitchcock” a tutte le recensioni dei suoi film, permettendo all’utente di accedere all’elenco dei risultati pertinenti con un solo click, ed in modo trasversale, ovvero indipendentemente dalla Categoria.

    HOME PAGE

    Quando iniziamo a lavorare con WordPress, la definizione di “Home Page”, potrebbe essere un pochino ingannevole.
    Normalmente viene identificata con la pagina principale di un sito, MA, appena installiamo il nostro CMS preferito, essendo nato come piattaforma di Blogging, per lui la Home Page di default è semplicemente l’elenco degli ultimi articoli.
    Questo è fantastico se dobbiamo iniziare un blog. Però, se il nostro progetto è un normale sito web, allora dobbiamo intervenire per indicare come Front Page una pagina statica.

    FRONT PAGE STATICA

    Una Front Page Statica è quello che normalmente intendiamo come “Home Page” di un qualsiasi sito web.
    In questo esempio abbiamo creato una pagina denominata “Home” e l’abbiamo richiamata dalle impostazioni WordPress per visualizzarla come front page.

    WP static_front_page_setting

    PERMALINK

    Un permalink è un tipo di URL che si riferisce ad una specifica informazione, nominato in modo da non cambiare o almeno da rimanere lo stesso per lunghi periodi di tempo.
    L’impostazione base di WordPress genera i cosiddetti “ugly permalinks“. Si, si chiamano proprio così!
    URL come “www.example.com/?p=12”. Terribili!
    Fortunatamente però, è possibile modificare queste impostazioni direttamente dal menu “Settings” (“Impostazioni” in italiano) accedendo al sottomenu “Permalink”.

    wordpress permalink-settings

    SLUG

    Lo Slug è la parte del permalink che identifica esattamente la pagina o l’articolo specifico.
    Una volta modificate le impostazioni dei Permalink, possiamo usare lo slug per creare URL personalizzate e funzionali per l’indicizzazione del nostro sito web.
    WordPress automaticamente crea uno slug corrispondente al titolo, ma possiamo comunque modificarlo a nostro piacimento.
    Questa operazione è possibile farla direttamente dall’editor della pagina/articolo, subito sotto il titolo, clickando “Edit” accanto al permalink.
    Una volta modificato, ricordatevi di salvarlo!

    wordpress slug

    EDITOR DI TESTO

    Eccoci arrivati al “luogo” dove inserire i vostri contenuti per creare i Post e le Pagine del vostro sito web!
    Sulla destra troverete due modalità di rappresentazione di questa sezione:

    • VISUALE: è il metodo di default, e richiama molto l’editor di testo di un file Word. In alto infatti ripropone delle toolbar per formattare i contenuti, senza dover scrivere del codice.
    • TESTO: qui è possibile visualizzare e formattare la nostra pagina direttamente in HTML.

    Per passare da una visualizzazione all’altra basta semplicemente clickare sulle relative tab.

    wordpress text editor

    MEDIA LIBRARY

    La Media Library è l’archivio di tutte le immagini, video, file PDF e tutti i file possibili e immaginabili che caricherete sul vostro sito.
    Si accede alla libreria direttamente dal menu a sinistra.

    wordpress media library

    THEME O TEMA

    Un tema è una raccolta di file (template e fogli di stile) che personalizzano la grafica dei siti web. I temi manipolano il design, i layout delle pagine e le funzionalità del tuo sito.
    Teoricamente sarebbe possibile rinfrescare il look di un sito, mantenendone i contenuti, semplicemente cambiando il tema.
    Difficile però che tutto funzioni perfettamente dopo un intervento di questo tipo… quindi massima cautela! Ricordatevi di fare sempre i backup prima di aggiornare qualsiasi cosa.

    MENU

    Sempre dai “Settings” si possono creare e personalizzare i Menu di navigazione.
    In modo molto semplice potrete inserire link a pagine, post, categorie e tantissimo altro. Oltretutto non ci sono limiti al numero di Menu che è possibile creare!

    PLUGIN

    I Plugin sono “appendici” di codice che consentono di estendere le funzionalità del nostro sito.
    Esistono Plugin praticamente per ogni cosa: personalizzazioni grafiche, inserimento di contact form, ricerca on-site, multilingua, per aumentare la sicurezza del nostro sito, ottimizzare la SEO.
    Fate solo attenzione a non farvi prendere troppo la mano: troppi plugin tendono a rallentare il sito, disturbando la navigazione degli utenti.

    WIDGET

    I Widget sono probabilmente la funzionalità di WordPress più complicata da spiegare, forse perché non hanno un unico scopo.
    Originariamente servivano semplicemente per aggiungere i contenuti nella sidebar (menù aggiuntivi, visualizzazione dei post recenti, categorie e tag) senza dover scrivere del codice.
    Ora invece è possibile aggiungere un Widget in ogni area Widget-Ready di un tema. E ogni tema definisce le proprie. Spesso vengono sfruttati per la configurazione e personalizzazione del footer, oppure nell’header per l’inserimento dei link social.

    wordpress widget

    Ecco qui, il nostro dizionario WordPress per principianti è completo.
    Per approfondire altri argomenti relativi a WordPress, la SEO e tanto altro, sfoglia il nostro blog!

  • SEO e SEM

    É abbastanza diffusa la percezione che SEO e SEM siano praticamente la stessa cosa, dato che entrambe hanno lo scopo di portare visitatori al nostro sito web.
    Ma un’analisi più approfondita vi rivelerà che sono due metodi completamente differenti, ognuno con le proprie “regole”…

    Cosa sono SEO e SEM

    Search Engine Optimization (SEO per gli amici che la conosco già dai precedenti articoli!) è quell’insieme di azioni che ci aiuta a rendere il nostro sito ben mappato e riconoscibile dai motori di ricerca. Riassumendole brevemente, le tecniche principali per una buona SEO sono: parole chiave pertinenti, contenuti interessanti e aggiornati frequentemente, ma soprattutto link che consolidano la reputazione del nostro sito.

    Search Engine Marketing (ovvero la SEM) invece, genera traffico verso il nostro sito web impiegando campagne “pay-per-click”, come quelle che si possono fare su Google Adwords, e il social media marketing, attraverso la condivisione dei nostri contenuti per aumentarne non solo la visibilità ma anche la diffusione.

    Principali attività SEO e SEM

    Iniziamo con le attività più comuni per fare la SEO:

    • ricerca delle parole chiave pertinenti per il nostro sito
    • scrivere contenuti interessanti che i nostri utenti possono condividere sui social
    • ottimizzare le nostre pagine per la visualizzazione da mobile
    • semplificare e rendere chiara la navigabilità del nostro sito
    • costruire una rete di backlink di qualità, da siti affidabili e con una buona reputazione
    • dare la possibilità ai nostri utenti di visitare più pagine, per aumentare il tempo di permanenza sul nostro sito, facendo diminuire il bounce rate.

    Scopriamo invece cosa occorre per la SEM:

    • ottimizzare la tua SEO (!)
    • creare pagine specifiche per la lead o le vendite
    • campagne pay-per-click sui motori di ricerca
    • link a pagamento su siti web a noi affini
    • posizionare pubblicità e post sponsorizzati sui social media
    • creare newsletter e campagne di e-mail marketing
    • creare community sui forum

    Qual è più importante?

    Sicuramente la SEO è il punto cruciale di ogni strategia marketing se si vogliono massimizzare i contatti con cui avere un buon tasso di conversione. Ma anche un sito perfettamente ottimizzato non è sufficiente se non riesce a generare un quantitativo di traffico adeguato. Per questo nessuna delle due attività è migliore dell’altra, ma sono quasi sempre complementari ed ugualmente vitali per la crescita di un business online.

    Ecco però una guida veloce e mooolto schematizzata di quale potrebbe essere la strategia da adottare e/o rivedere per il tuo sito:

    • Se il tuo sito è nuovo e devi costruire da zero la tua presenza online: inizia con l’ottimizzazione SEO e poi procedi con la SEM.
    • Se hai già un buon traffico, ma la quantità di conversioni è limitata: concentra i tuoi sforzi sull’ottimizzazione del tuo sito con la SEO.
    • Se hai un buon tasso di conversione, ma le visite sono troppo poche: incrementa le risorse per la SEM.

    Se pensate di aver già fatto tutto e nel modo giusto ma i risultati non arrivano, forse è giunto il momento di chiedere aiuto ad un professionista… e ACME è a vostra disposizione!